La nostra terra è ricca di acqua, tanto che per secoli si sono avvicendate colture molto diverse, prima gli ulivi, poi dopo alcune microglaciazioni, le albicocche.
Infine la vite.
L’acqua di derivazione marittima è un elemento sempre presente, tanto da conferire un sentore salino ai nostri vini.
Nel corso del 2019 abbiamo subito alcuni smottamenti dovuti a fenomeni di maltempo molto intensi. In particolare una vera e propria frana che ha danneggiato una parte consistente del nostro vigneto.
Ci prendiamo cura del vigneto con una conduzione tipicamente familiare.
Affrontiamo il lavoro secondo i ritmi della vigna che per ora ha una superficie di circa due ettari più i tre ettari del vicino modenese Costantini che ci da una mano e ancora oggi ci insegna come lavorare.
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Vinifichiamo in acciaio. E’ per noi l’unica soluzione per poter controllare la temperatura e gestire la fermentazione
Normalmente vinifichiamo separatamente i tre vitigni che coltiviamo:
- Pignoletto Superiore
- Pignoletto Frizzante
- Barbera
- Barbera Frizzante
- Cabernet Sauvignon
Tutti i tagli e le lavorazioni avvengono comunque utilizzando l’acciaio che ci consente un migliore controllo delle temperatura.
L’affinamento quando possibile, soprattutto sui rossi, è in legno.
Nel 2014 abbiamo tentato l’avventura del grano. Abbiamo seminato a spaglio grano antico.
Una follia considerato che in collina nessuna mietitrebbia vuole più mettere piede da anni ormai. Ma noi non lo sapevamo. In estate una volta che il grano è maturato non sapevamo cosa fare, fra gli sguardi torvi e divertiti dei vicini contadini e il masticare notturno dei cinghiali.
Abbiamo contattato un gruppo folcloristico di Castelvetro che ha mietuto il grano formando alcuni fasci.
Poi è cominciata la raccolta dei fasci a mano, il carico su un furgone e il trasbordo in pianura dove, sciolte le corde, una mietitrebbia ha trebbiato il grano.
insomma 4 quintali Continua
La vendemmia del 2011 è stata la nostra prima esperienza di raccolta dell’uva. L’abbiamo condivisa con i nostri vicini modenesi, la famiglia Costantini e i loro lavoranti. Non avevamo attrezzature, trattori nè casse, neanche le forbici.
E’ stata un’esperienza gratificante perchè il vigneto era ancora in gestione del nostro vicino con metodi sistemici e le piante, perfettamente sane nel pieno vigore della produzione.
Inoltre la vigna era curata con un buon atomizzatore e strumenti di potatura verde.
Il paese di Savignano sul Panaro ci ha accolti con la festa medievale. la vendemmia, nonostante la siccità era a calendario, intorno al 14 settembre.